Grado di Difficoltà: moderato
Lunghezza: 50 chilometri circa
Dislivello: 850 metri ca
Altitudine massima: 500 metri slm
Durata: 3 ore 30 minuti circa
Partenza: Locri
Arrivo: Locri
Mappa percorso:
Si parte da Locri percorrendo il dromo che attraversa il territorio comunale di Siderno.
Imbocchiamo quindi la Contrada Garino, che congiunge la circonvallazione a monte con il cimitero e il borgo di Siderno Superiore, percorriamo gli stretti vicoli ciottolati del centro storico e riprendiamo la Strada Provinciale seguendo le indicazioni per Salvi, un antica contrada dove sono ancora visibili alcuni ruderi detti i muri della ‘ncinarra e un’ara sacrificale di epoca neolitica.
Dopo una brevissima e pietrosa discesa, da affrontare con cautela, si risale repentinamente con punte di dislivello impegnative, attraverso Le Timpe Bianche, un antico percorso che lambisce alcuni terrazzamenti e case ormai abbandonate e diroccate, testimonianza anch’esse di antichi insediamenti rurali, fino a raggiungere un tratto lastricato in cemento e laterizi che conduce a un agglomerato di abitazioni rurali abitate e ben tenute, incrociando così la cosiddetta Strada della Frazioni, ovvero l’antica via di comunicazione che circumnaviga l’intero promontorio di Monte Scifo.
La strada percorsa finora si sovrappone al tracciato dell’antica mulattiera che da Siderno Superiore proseguiva per Agnana, Canolo e Gerace da un lato, e portava ai Borghi delle Frazioni di Mammola e Grotteria dall’altro; dopo aver coperto un breve tratto pedalabile in salita incrociamo la Strada Provinciale Marcinà–Stalletti, le indicazioni stradali quindi ci conducono alle pendici del Percorso Naturalistico di Monte Scifo, un parco suggestivo e affascinante, quasi sinistro per la fittissima e scura pineta che lo ricopre, e il cui etimo ebraico trarrebbe origine dalla forma del recipiente di legno dove vengono pelati i maiali.
Dalla pineta di Monte Scifo si può ammirare una veduta panoramica eccezionale.
Monte Scifo rappresenta la massima altura prospiciente al mare Jonio dell’intero comprensorio: è una montagna alta 600 metri circa, che per la sua posizione geografica occupa un posto dominante in quanto è visibile da tutta la costa Jonica della Locride. Appare alto e lungo, di colore tufaceo, simile a una grande balena, con una lunga criniera di abeti verdissimi. Vi si può apprezzare un panorama stupendo e mozzafiato, lo sguardo spazia per gran parte del territorio locrideo, da Zomaro a Canolo, con le cime delle Dolomiti del Sud, da Gerace al Tre Pizzi e a gran parte della costa ionica: da Roccella Jonica a Siderno, a Locri e, valicata una breve biforcazione, volgendo lo sguardo a nord, si può ammirare l’ampia Vallata del Torbido: Mammola, Grotteria, San Giovanni di Gerace, Martone, Gioiosa Ionica, Marina di Gioiosa, chiudendo l’ipotetico cerchio visivo in riva allo Ionio.
S’inizia il percorso inverso lungo il crinale molto ripido. Percorriamo il sottobosco senza seguire apparentemente alcun sentiero tracciato, tra sterpaglie, erba alta e rami caduti con accorta disinvoltura; quattro salti da downhill ed eccoci nuovamente sulla pista Tripitita, un sentiero che ci riporterà dopo alcuni saliscendi alla Rotonda della Chiusa.
Incastonato nella vallata sottostante sorge il caratteristico Borgo Chiusa, di antica fondazione, un insediamento rurale di tipo medievale che costituisce uno dei Borghi più affascinanti della Locride.
Si riprende la Strada delle Frazioni per imboccare uno dei tanti sentieri che si diramano dalla pista Tripitita, per completare la circumnavigazione di Monte Scifo; superato infatti un cancello delimitato da una sbarra in acciaio, imbocchiamo un sterrata pietrosa e fangosissima di arenaria che costeggia la pendice nord del monte, fino ad arrivare su un altopiano denominato Maluventu, un luogo suggestivo caratterizzato dal forte spirare del vento durante tutto l’anno, ricadente in parte tra i Comuni di Agnana e Canolo, da dove due direzioni e due diverse tracce, non battutissime ma molto accidentate, raggiungono i rispettivi centri abitati.
Per completare il giro ad anello optiamo per la tecnicissima e adrenalinica discesa che porta all’abitato di Agnana Calabra, bellissima nella sua conformazione arenarica e rocciosa, ma altrettanto pericolosa per il fondo pietroso, sconnesso e sdrucciolevole, decisamente non indicato a chi si approccia per le prime volte alla disciplina della Mtb.
Il sentiero ci porta quindi alle porte di Agnana, un borgo sorto attorno al 1343 nei pressi di un convento di monaci basiliani collocato in cima al monte Sant’Agnana (da cui le deriva il nome).
Un’ altra ricchezza, praticamente ignota, è costituita dalla presenza di alcune sorgenti d’acqua minerale, di cui una sulfurea, due clorurate, una ferruginoso-sulfurea, che compongono le Terme Salso-Iodiche di Agnana, che raggiungiamo dopo aver percorso alcuni chilometri della Strada Provinciale che dal borgo conduce a Siderno Superiore. La presenza a cielo aperto di alcune vasche testimonia come in passato furono utilizzate per le cure terapeutiche e, ancorchè circondate da un parco tematico, ben indicato e comunque agevolmente accessibile, risultano virtualmente abbandonate e dimenticate.
Riprendiamo quindi la Strada Provinciale che ci farà attraversare il borgo di Siderno Superiore per poi ricondurci attraverso il dromo al punto di partenza, dopo avere coperto una distanza complessiva di 50 chilometri circa con un dislivello altimetrico apprezzabile in 900 metri circa, caratterizzati da salite impegnative e alcune pericolose discese sterrate e accidentate.
Fonte: Rocco Lombardo