La cascata prende il nome dall’ omonimo torrente (affluente del fiume Torbido che nasce dal monte Limina).
La sorgente d'acqua, scorrendo tra le gole rocciose di quel territorio compie un doppio salto, di circa 70 metri, rimbalzando in maniera scrociante tra le rocce ed offrendo una piacevole suggestione ai visitatori.
L’ itinerario si snoda inizialmente su un breve tratto dello svincolo stradale, poi, sulla destra, si affianca alla S.G.C. Jonio-Tirreno. Si prosegue sulla strada sterrata risalendo il Fiume Torbido, subito dopo s’incrociano a destra il torrente Macariace, e a sinistra i ruderi della vecchia Miniera. A destra sulla collina sono ancora visibili due gallerie dalle quali si estraevano zolfo e arsenico.
Arrivati all’incrocio del Sentiero dei Greci e del Vallone Salino vicino all’ex Scuola Elementare, si svolta a destra e dopo un centinaio di metri si imbocca a destra il Vallone Salino, incontaminato e particolarmente suggestivo; poi, risalendo il torrente, si arriva fino alla Cascata Salino.
Si consiglia di percorrere questo tratto del percorso camminando sul bordo dell’alveo.
Risalendo la piccola cascata dal lato destro si arriva al laghetto dove nei periodi estivi si può anche fare il bagno.
Il percorso è accessibile a tutti - anche a camminatori meno esperti - ma è necessario possedere un'adeguata attrezzatura.
La cascata per le sue caratteristiche, viene utilizzata da numerosi appassionati del torrentismo, nel discendere il salto del Salino, utilizzando tecniche di discesa alpinistiche.
Curiosità
Il torrente serviva un tempo per la macerazione del lino e della ginestra: questa operazione consentiva alle tessitrici la lavorazione dei manufatti al telaio. Inoltre, ai lati del torrente gli scalpellini lavoravano la pietra granitica per fare gradini e portali per le case e macine per mulini e frantoi.
Fauna e flora
Il luogo è caratterizzato dalle rigogliose foreste di lecci, ornielli ed erica.
L' orniello è usata dai pastori per i collari delle bestie e per costruire utensili, mentre il leccio viene utilizzato come legna da ardere o come carbone. L’erica è molto richiesta per la sua radice (ciocco), da cui si ricavano pregiate pipe, mentre dal fusto vengono ritagliati grandi e caratteristici cucchiai